Festa del perdono di Assisi
“O semplicione dove vai? Quale prova porti tu di tale Indulgenza?”. E il Beato Francesco rispose: “Per me è sufficiente la vostra parola. Se è opera di Dio, tocca a Lui renderla manifesta. Di tale Indulgenza non voglio altro istrumento, ma solo che la Vergine Maria sia la carta, Cristo sia il notaio e gli Angeli siano i testimoni”.(Diploma di Teobaldo 3395)
Queste parole rivolte a Francesco da papa Onorio III lasciano intendere lo stato d’animo e la semplicità di Francesco davanti al mistero del perdono dei nostri peccati e della salvezza donataci dal Signore.
Per ognuno di noi, l’importanza della concessione papale avrebbe richiesto almeno un documento inconfutabile, Francesco invece, ci insegna la modalità 3con cui accogliere e custodire la grazia dell’indulgenza plenaria. Il perdono è sempre opera di Dio che si concretizza gratruitamente nella Sua Chiesa, attraverso il ministero sacerdotale. Non è solo un semplice rito da celebrare, ma un cambiamento del cuore nel riconoscersi bisognosi di quell’abbraccio misericordioso del Padre e nell’affidarsi totalmente a Lui. È un atto di amore da vivere consapevolmente nella sua pienezza, perché ci possa riconciliare con la parte più profonda di noi stessi, con il creato e con Dio.
Possa trovare posto in voi quella stessa gioia che provò Francesco, nel vedersi concedere tale e tanta Grazia dal Signore, e possa essa crescere nel vostro cuore, così come crebbe maggiormente in Francesco nel vederla confermata del Santo Padre e nel comunicarla poi a tutti e con tutti condividerla; così possiate anche voi gioire con i fratelli.