Archive: 8 Ottobre 2023

Ministro Nazionale Luca Piras per San Francesco 2023

Carissimi Francescani Secolari d’Italia, anche quest’anno ci ritroviamo a festeggiare la festa/memoria di San Francesco di Assisi. È una data che tradizionalmente segna la ripresa delle “attività” nelle varie fraternità ed occasione di fare festa e scambiarsi gli auguri tra tutti gli appartenenti a questa meravigliosa famiglia, nata dall’intuizione del giovane assisano. È forse l’avanzare dell’età che mi porta però a trovare, ogni volta, il senso della festa e dello scambio degli auguri. Certo non avremo grandi meriti per il solo fatto di aver fatto una professione o gloriarci quali “figli di Francesco”; non per solo questo saremo depositari delle virtù già appartenute al Santo Francesco. E allora che senso può avere oggi, nell’anno 2023, fare festa intorno a Francesco e scambiarsi gli auguri come nelle ricorrenze importanti? Che senso ha fare festa se non sento tutti fratelli, quali figli dello stesso Dio, ma ancora faccio classifiche, tra vicini e lontani, tra degni e non degni, tra giusti e non giusti? Che senso ha se non lascio a Dio l’ultima parola nel giudizio? Che senso ha festeggiare Francesco se il creato non è luogo di impegno concreto o rimane solo uno slogan? Che senso ha se gli ultimi sono ultimi di serie A e ultimi di serie B? Che senso ha festeggiare Francesco d’Assisi se la norma diventa moralismo ed è più importante delle persone? Tante altre domande mi vengono in mente; ma forse l’augurio, per questa festa, è quello di chiedere al buon Dio che ci renda, come Francesco, uomini e donne liberi, di amare, di accogliere, di perdonare, di abbracciare e di sostenere, fuori da ogni schema a da ogni classifica, con la libertà di chi sa che la Vita, quella di tutti, sia unica e speciale perché donata dall’Unico capace di amare veramente in maniera gratuita

Ministro Nazionale OFS

Luca Piras


circolare San_francesco_2023

Lettera del Ministro Provinciale Fr. Luciano De Giusti OFM 2023

Carissimi e carissime, Il Signore Vi dia la sua pace! In occasione della Festa del Padre san Francesco, ad 800 anni della conferma della Regola da parte di Papa Onorio III e del suo particolare Natale di Greccio, vogliamo soffermarci sulle sue parole che sono da sempre, per molti dei suoi figli, via di vita e di libertà. Come sapete, nel pomeriggio del prossimo 29 novembre a San Giovanni in Laterano, si chiuderà il Centenario della Regola con una liturgia alla quale è invitata tutta la Famiglia Francescana; riascolteremo proprio quanto frate Francesco ha scritto per i suoi figli; e riaccoglieremo simbolicamente la Regola da parte della Chiesa, per continuare a vivere in novità di vita la profezia di Francesco nel nostro oggi. Nell’avvicinarsi della sua morte, nelle parole accorate del Testamento, San Francesco richiama la Regola ove riafferma che i frati “non inseriscano spiegazioni nella regola” ma cerchino di comprendere le sue parole scritte con “semplicità e purezza”, ma soprattutto di osservarle fino alla fine “con santa operazione” (cfr Test 38-39: FF130)

Come ha sottolineato il grande studioso fr. Carlo Paolazzi ricordando la Regola e il Testamento, in questi due testi ci sono due sigilli: quello della semplicità e quello della grazia; Il Testamento, nota il compianto studioso, non è un contraltare alla Regola Bollata, ma è un supporto alla stessa, alla cui normativa aggiunge la forza trascinante dell’esemplarità. Come figli di Francesco abbiamo la responsabilità della testimonianza; innanzitutto nei confronti di voi sorelle Clarisse e di voi tutti membri dalla famiglia francescana; ma anche e contemporaneamente verso tutti gli uomini e le donne, ai quali siamo chiamati insieme a portare la Buona notizia del Vangelo sui passi di Serafico Padre.

Questa esemplarità però non può essere di qualità se non ritrova quel fondamento essenziale e irrinunciabile in ogni epoca, in ogni momento di passaggio, che Francesco indica con fortezza e mitezza nella Regola: «Ciò che i frati devono desiderare sopra ogni cosa è di avere lo Spirito del Signore e la sua santa operazione» (Rb 10,9). Cari fratelli e care sorelle, solo da qui riusciremo a ripartire. Non facciamoci prendere da smanie – che alle volte il maligno ci vuole suggerire – di percorrere strade più facili e più convincenti; magari isolandoci, sparlando e spargendo parole che dividono: questo è il male dal quale dobbiamo chiedere di essere guariti! Chi ha davvero sperimentato la misericordia del Signore sa che essa consola e lenisce ogni ferita, mostrando la realtà in modo diverso – oserei dire in modo pasquale – dove ogni palpito di vita è presente e si svela ai nostri occhi.

Oggi, come fratelli e sorelle, abbiamo più che mai bisogno dell’operazione dello Spirito, che solo può rendere possibile la sequela, come ci ricorda il Serafico Padre: «…interiormente purificati, interiormente illuminati e accesi dal fuoco dello Spirito Santo, possiamo seguire le orme del tuo Figlio diletto, il Signore nostro Gesù Cristo…» (LOrd 51). Solo il fuoco accende e purifica il cuore di coloro che hanno “abbandonato ogni cosa per suo amore”, perché possano continuare a credere che sia possibile vivere una vita semplice e coerente con quanto abbiamo scelto, solo per grazia Sua. Ai miei confratelli esorto ancora, all’inizio di questo triennio, di credere che è nell’obbedienza, seppur faticosa, che ci è chiesto di essere fedeli. Non lasciamo che le difficoltà che inevitabilmente incontriamo oscurino la gioia della vocazione ed offuschino la nostra testimonianza; tutti portiamo dentro certe fragilità, ma proprio in queste ci è data la grazia di essere compagni di viaggio. Abbiamo un percorso da fare dove nessuno si deve sentire escluso o messo da parte.

Se riflettiamo attentamente e con onestà non possiamo non riconoscere come alcune di queste difficoltà nascano dall’affievolirsi del desiderio di vivere con semplicità e con santa operosità il Santo Vangelo e la nostra Regola con le sue esigenze; solo avendo il coraggio di dirci questo può iniziare un percorso di verità nella nostra vita singola e fraterna. Con verità e serietà riascoltiamo insieme quanto ci ha scritto il Nostro Padre San Francesco: «E chiunque osserverà queste cose, sia in cielo ripieno della benedizione dell’Altissimo Padre, e in terra della benedizione del suo diletto Figlio con il santissimo Spirito Paraclito e con tutte le virtù celesti e tutti i santi» (Test 41: FF131). Con verità chiediamoci perché ci siamo allontanati da quanto abbiamo liberamente promesso davanti alla Chiesa e al popolo di Dio; non credere che sia possibile la conversione, la strada del ritorno – perché davvero nulla è impossibile a Dio – è la traccia chiara che lo spirito del male vuole allontanarci da Lui, nostro unico Signore.

Insieme a questa fraterna condivisione vi affido tutti e tutte a frate Francesco attraverso le sue stesse parole, flebile voce di consolazione e di vicinanza: «E io frate Francesco, piccolino e vostro servo, per quanto posso, vi confermo dentro e fuori questa santissima benedizione» (Test 41: FF131). Buona Festa di San Francesco.

Fr. Luciano De Giusti, OFM Ministro provinciale


Lettera del Ministro per San Francesco 2023

Lettera Festa San Francesco

Carissimi Fratelli e Sorelle, venerabili pp. Assistenti, amate sorelle Clarisse, il Signore ci doni la Sua pace.
Rendiamo grazie a Dio nostro Padre che anche quest’anno ci concede di gioire nel fare memoria del nostro serafico padre San Francesco,
ricorrono infatti quest’anno due centenari Francescani, che inondano di gioia il nostro cuore:
quello della Regola e quello del Presepe di Greccio.
Siamo tutti chiamati ad essere testimoni di questa gioia in un rinnovato impegno nel vivere la nostra regola con cuore puro e nello Spirito del
Signore:
“Dal momento della conversione al giorno della morte, Francesco fu molto duro, sempre, con il suo corpo. Ma il suo più alto e appassionato impegno fu quello di possedere e conservare in sé stesso la gioia spirituale. Affermava: «Se il servo di Dio si preoccuperà di avere e conservare abitualmente la gioia interiore ed esteriore, gioia che sgorga da un cuore puro, in nulla gli possono nuocere i demoni, che diranno: –Dato che questo servo di Dio si mantiene lieto nella tribolazione come nella prosperità, non troviamo una breccia per entrare in lui e fargli danno”.

Nell’augurarvi una santa festa del nostro Serafico Padre, a nome di tutto il Consiglio Regionale, vi abbraccio, con tenero e fraterno affetto in Cristo.

Il Ministro OFS Lazio

Antonio Fersini


 

1 ottobre vespri

2 Francescoe l’incarnazione – Triduo

2 ottobre vespri santi angeli custodi

3 ottobre transito

3 ottobre primi vespri del 4 da lit

4 OTTOBRE Vespri_DI san_Francesco

4 OTTOBRE San Francesco e Gesù Bambino – triduo