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Ricorrenze francescane

Santa Chiara 2020

“Pietra preziosissima e fortissima, divenne la pietra basilare per tutte le altre pietre di questa famiglia religiosa … causa ed esempio di progresso spirituale per innumerevoli anime … nobile di nascita più nobile per grazia, vergine nel corpo, purissima di spirito, giovane di età, matura per saggezza, costante nel proposito, ardente e entusiasta nell’amore a Dio, piena di sapienza e di umiltà, Chiara di nome, più chiara per vita, chiarissima per virtù”. (ff 351)

Chiara d’Assisi, sorella, amica, madre, sposa, ancella, agnella, icona non dipinta di rara bellezza, grande figura della religiosità femminile del medioevo, donna umile e povera, vissuta all’ombra di fratello Francesco, è la sua erede spirituale più autentica e più fedele.
Nel silenzio di lunghi decenni, anche dopo la morte di Francesco, Chiara ha operato con umiltà e vera sapienza, e pur restando nella sua ombra, anche oggi coniua ad essere nell’umiltà e nel silenzio, fra le tante parole vuote del mondo, l’unica vera custode della genuinità della primitiva esperienza di Francesco, era ed è anche oggi Lei la tesoriera di quella prima fraternita, Chiara è la donna della memoria, cui tendere lo sguardo ed il cuore e noi non possiamo prescindere da Lei, perché è lei che ci rivela la freschezza e l’identità unica del messaggio Francescano “senza glossa” alcuna.

Allegati

Lettera Festa S. Chiara 11 agosto 2020

Santa Elisabetta 2019

Festa di santa elisabetta

Con la sua vita Elisabetta ci insegna che non è sufficiente alla nostra salvezza il solo affidamento a Dio, se non è seguito ed accompagnato dalla vera conversione del nostro cuore, e se questa non è alimentata da un nostro vero distacco dai beni di questo mondo, da una carità priva di ogni propria ambizione, e che altresì molto poco serve a noi l’appartenere al nostro Ordine se non viviamo sulla nostra pelle la regola che caratterizza il nostro stato di vita, e che la Chiesa ci chiede di attuare dandoci come esempi da seguire Francesco ed Elisabetta.
O Santa Elisabetta d’Ungheria, modello di vita evangelica e nostra Patrona, ascolta la nostra preghiera.
Tu, nonostante i tanti privilegi, sei stata un fulgido esempio di rara fortezza umana nelle avversità della vita, di vera umiltà nel quotidiano vivere la tua condizione regale, di incrollabile speranza nella fede e di impareggiabile amore nella carità e mai ha permesso che nulla ti distraesse da tutto questo, Tu, che sull’esempio di san Francesco, facendoti sposa di Gesù, povero e crocifisso hai preferito essere coronata di spine più che di oro, e hai vissuto incarnando in te il nascente Carisma Francescano, ottieni anche a noi, fratelli e sorelle dell’Ordine Francescano Secolare, tuoi protetti, di riscoprire e vivere con rinnovato impegno e fedeltà i valori evangelici nell’obbedienza alla nostra Regola, nella preghiera, nell’umiltà e nella povertà e della carità che si fa servizio ai fratelli. Infondi nei nostri cuori lo stesso tuo fuoco di amore per Gesù Cristo che povero e crocifisso, infiammò il tuo, perché insieme possiamo servirlo nei fratelli in questo mondo per goderlo poi nei cieli. Amen
Carissimi Fratelli e sorelle il Signore illumini i nostri cuori e le nostre menti, perché il nostro appartenere all’Ordine Francescano Secolare sia sempre suffragato e confortato dagli stessi sentimenti di Francesco e di Elisabetta.

Lettera Festa S. Elisabetta d’Ungheria 2019

Lettera San Francesco

Sorelle e fratelli carissimi, il Signore ci dia pace!
Il nostro serafico Padre Francesco non vive solo nei libri di storia ma è vivo e presente nei nostri cuori e in quello straordinario stile di vita cui noi tutti siamo chiamati.
Il Triduo che stiamo vivendo, ci rende un sol cuore ed un’anima sola nella lode che innalziamo al Signore, in segno di gratitudine per il dono della fraternità. Solo se sapremo vivere questo dono con gli stessi sentimenti di Francesco, la sua presenza nel mondo e nella Chiesa si renderà ancora viva e fruibile e saprà suscitare nuovi entusiasmi e nuove vocazioni. Prendiamoci, quindi, sempre cura della nostra fraternità, dei nostri fratelli, della nostra chiamata ad essere nuove creature in Gesù Cristo, sulle orme di Francesco, prendiamoci cura del nostro essere suoi fratelli e sorelle.
Questo nostro sentire, infiammi i nostri cuori perché possiamo vivere questa festa con questi santi sentimenti.
A voi tutti l’augurio di buona festa di S. Francesco.

Lettera San Francesco 2019

Giornata di preghiera per la cura del creato

Cari fratelli e sorelle
Pace nel creato e bene per la nostra vita!
La giornata del creato deve ricordarci che l’impegno per la salvaguardia della creazione è come dice Papa Francesco custodire l’amore di Dio, che è l’alimento buono, bello e vero per la vita del mondo.
Vogliamo insieme essere coltivatori del giardino di Dio affinché ogni uomo del mondo possa riscoprire il volto del Signore ammirando la meraviglia delle sue creature.
Dobbiamo riaprirci all’ecologia spirituale perché nella chiesa si ritrovi la capacità di fare pulizia nei cuori del popolo di Dio e siano modificate quelle condotte aberranti della vita del mondo, che non mostrano il bello di Dio, ma il malvagio dell’uomo.
Dobbiamo essere capaci di praticare un’ecologia ambientale affinché la corrosione delle Leggi naturali si arresti attraverso l’assunzione di stili di vita sobri, responsabili, solidali e umani. Basta approfittare della terra in maniera indiscriminata con la corsa allo sfrenato sfruttamento per fare profitto anche illegale per pochi, anzi pochissimi.

Dobbiamo praticare la strada dell’ecologia sociale perché i rapporti, le relazioni e le comunicazioni umane possano essere riportate alla legalità, alla ricerca vera del bene comune e alla tutela di coloro che sono svantaggiati nel banchetto del mondo.
Allora, fratelli, non possiamo disattendere l’opera a cui la chiesa ci richiama attraverso la bella enciclica “Laudato sì”. Facciamoci operatori dell’ecologia di Dio mettendoci il grembiule del servizio affinché l’economia sia in funzione del bene della casa comune, la politica sia servizio all’uomo, cominciando da coloro che sono posti agli ultimi posti della società, la fraternità francescana sia servizio a Dio nel fratello non in segno formale, ma nella sostanza della vita. Mettiamoci il cuore in questo servizio all’ecologia di Dio affinché ogni uomo possa riconoscersi amato da Dio attraverso il tocco del suo cuore tramite l’abbraccio con la nostra vita della sua vita.
Possiamo veramente riparare la casa comune del mondo se veramente ritroviamo la nostra missione di operatori dell’Ecologia di Dio che ha come unico fine la carità per ogni creatura.
Possa il Signore donarci questa nuova stagione di responsabilità nella chiesa e per la chiesa verso la tutela dei diritti umani, verso la tutela della natura e del creato e verso la vera costruzione di una fraternità umana in cui risplenda la legge dell’amore.
Nel Signore vi incito a prendere con coraggio la strada dell’ecologia integrale perché il mondo veda e creda nel Dio, che ci manda a riparare con tutte le nostre forze le relazioni umane, le relazioni fraterne e le relazioni con ogni creatura.
Pace e Bene!

Roberto Luzi

Lettera Giornata di preghiera per la cura del Creato 1 settembre 2019

Santa Chiara 2018

Messaggio per la festa di santa Chiara

Chiara è la pianticella di Francesco. Non troviamo tante differenze nel vivere e pensare la povertà tra Chiara e Francesco. Anzi Chiara si sente di essere custode di quello che Francesco aveva intuito e vissuto. Entrambi fanno in fondo la stessa esperienza di povertà. Qui c’è la chiave di lettura dell’esperienza di Dio che in Chiara, attraverso la povertà rende nuova la sua vita e la rende luminosa come una stella nel firmamento di Dio.

Oggi Chiara indica anche a noi secolari la via della Povertà, che è declinazione della Carità di Dio nella nostra vita. Con la povertà la nostra vita diventa esperienza e presenza di Dio e soprattutto assume un carattere di evangelizzazione in quanto forma di vita in Cristo.

Ma quale povertà andiamo cercando? La povertà è tutto ciò che va abbattuto e che ostacola la vita nel Vangelo e il Vangelo nella vita. Non è vita in Cristo se non recuperiamo la bellezza del Cristo povero e crocefisso. La povertà è spogliarci del nostro egoismo, è resistere alla seduzione del possedere cose, relazioni e persone. La povertà è rendersi umili davanti a Dio e nel servizio, senza cioè, portare un cuore pieno di strutture, infrastrutture e formalismi vuoti, che suonano come i sepolcri di leggi disumane.

La povertà è avere l’occhio pulito e trasparente di Dio che sa accogliere tutti con il calore del perdono. La povertà è farsi avvolgere per avvolgere della carità di Dio la vita del fratello.

Se non ritroviamo la strada della povertà non ritroveremo il Dio dolce, tenero e accogliente della nostra Betlemme. Questa è la felicità beata che viene dalla povertà di Chiara. Attraverso la povertà Chiara si fa toccare nell’intimo da Dio e porta questa intimità nell’atto di farsi dono per il fratello.

Se sappiamo farci poveri riducendo i muri della separazione con Dio possiamo animare il mondo di Verità e di Carità, che sono le fasce di un amore che sempre accoglie, che sempre sorregge e che sempre perdona.

Facciamoci condurre da Chiara nel segreto dell’amore di Dio e scopriremo insieme la forza della beatitudine nella montagna della vita in Lui con Lui e per Lui.

A voi tutti fratelli e sorelle buona festa di S. Chiara. Un augurio speciale alle sorelle Clarisse affinché la loro vita sia sempre splendore della Verità, Carità e Povertà di Dio. Dio continui a benedire tutti noi attraverso S. Chiara, madre di vita, di fede e di speranza.

Il ministro regionale OFS Lazio

Roberto Luzi

 LETTERA santa Chiara 2018

San Francesco 2018

Francesco viva immagine del Cristo

Carissimi Pace e Bene!

Il nostro Padre Francesco ci richiama sempre ad uno stile di vita che rende il Vangelo pagina incarnata nel nostro tempo, cioè nell’oggi del mondo affinché il profumo di Dio non sia dimenticato dall’uomo.
Su quale fondamento poggia questo Vangelo che si incarna in noi? Sul curare.

Dobbiamo saper curare la nostra vocazione e la nostra identità per essere quell’immagine di Cristo che accarezza con l’amore di Dio le ferite dell’umanità. Curare noi stessi secondo l’esempio e la forza di S. Francesco per riscoprire la bellezza della vita in Dio e la gioia della sua presenza nella Betlemme della nostra vita.

Dobbiamo saper curare il nostro cuore, anzi lo sguardo del nostro cuore perché possa vedere il volto di Dio, che sanguina nell’emarginato, nel lebbroso di oggi, nell’escluso, nello schiavo del nostro tempo, nel giovane che cerca occupazione, nel giovane che cerca il senso della vita e che viene continuamente relegato nello scarto della vita. Questo curare è seminare speranza ritrovando la forza nella preghiera, nella Parola di Dio e nell’Eucaristia.

Dobbiamo curare con l’amore di Dio nello stesso verso, nella stessa direzione e con la stessa profondità. Così renderemo testimonianza all’amore che costruisce il bene per la casa comune dell’umanità.

Carissimi, S. Francesco possa ridonarci quella forza di vita affinché l’immagine del Cristo possa ritornare viva nella nostra vita, possa donare i colori della vita nelle nostra fraternità e possa donare la gioia della fratellanza vera nei nostri cuori.

Dio ci benedica!

Buona festa di S. Francesco

Il ministro regionale OFS Lazio

Roberto Luzi

LETTERA san Francesco 2018

Sant’elisabetta 2018

Distribuiva con larghezza i doni della sua beneficenza

Carissimi fratelli e sorelle
La pace del Signore sia su di voi!
Oggi la Chiesa ci offre la gioia di ricordare la figura di Elisabetta , esempio di santità e di umiltà.
Elisabetta è la donna della provvidenza, poiché si pone nel piano dell’amore di Dio e dona la sua esperienza con Dio come polvere di carità da seminare nel cuore dei fratelli.

Elisabetta è la donna della fede, come incontro e abbraccio del suo Dio attraverso le povertà dell’umanità ponendosi accanto ad ogni uomo piagato nel corpo e nello spirito e versa sulle sue ferite l’olio della consolazione e il vino della speranza.

Elisabetta è la donna della luce che come lampada della carità di Dio riscalda i cuori di coloro che invece di costruire la fraternità di Dio si chiudono nell’egoismo violento di chi mira a costruire il culto del falso, del chiacchiericcio e del mormorio. Questi sono i mali dell’odierno modernismo e della cultura dello scarto. E’ la preghiera che rompe il muro della discordia e riapre il cuore all’orizzonte di relazioni belle, buone e vere.

Elisabetta è l’immagine delle molte donne del nostro ordine che ci hanno donato l’esempio di fedeltà a Dio, di servizio silente alla Chiesa e di obbedienza, cioè ascolto, della Parola che sana, rimargina e profuma di vita le nostre povere esistenze. Il mio pensiero va a queste donne, che non più giovanissime, sono il nervo portante della testimonianza di una incrollabile fede. A loro va il nostro grazie e la nostra riconoscenza infinita.

Elisabetta è la donna della possibilità di Dio, che ci presenta la strada di cambiare qui, ora ed oggi perché possa risplendere il fulgore della carità nelle nostre relazioni, nelle nostre vite e le nostre fraternità ritornando ad essere cenacolo di bene e di pace.
Elisabetta è la donna che si fa preghiera in cui risplende della luce della santità. Nella testimonianza di fede dei santi di Dio la Chiesa si apre alla fecondità con la forza creatrice dello Spirito.

In questo giorno, in cui molti rinnovano la promessa ed alcuni la pronunciano davanti a Dio e alla Chiesa per la prima volta, possa risplendere nel nostro cuore la stella luminosa della vita di Elisabetta affinché Dio possa ridonare la freschezza della sua fede ad ogni nostro sì per Lui con Lui e in Lui.
Affido con tutto il cuore a Sant’Elisabetta la voglia di ognuno di noi di riprendere la strada del Vangelo avvolgendo di speranza ogni vita che abbracceremo nel nome del Signore.
Evviva Sant’Elisabetta!
Vi abbraccio nella pace e nel bene!

Il ministro regionale OFS Lazio

Roberto Luzi

 LETTERA per sant’elisabetta 2018

Festa della regola

Ricevere dalla Mani della Chiesa la regola di S. Francesco per noi Laici è motivo di Festa, di responsabilità e di accoglienza.

Signore che ci hai donato la bellezza di vivere secondo il tuo Vangelo nello stile di Francesco rinnova la nostra volontà ad essere abbraccio degli ultimi tra gli ultimi.

Signore che ci ha voluto come Francesco artigiani della tua misericordia rendici esempio nella vita dell’accoglienza audace delle povertà create dalla cultura dello scarto

Signore fa che siamo capaci a celebrare, vivere, testimoniare e pregare la nostra regola perchè si risvegli in noi il fermento del Padre Celeste.

Signore donaci nella chiesa un tempo di rinnovamento e di risveglio perchè possiamo riportare la primavera di Dio nella nostra società. Amen

Buona festa della regola. Vostro in Cristo

Il ministro regionale OFS Lazio

Roberto Luzi

  festa della regola

Festa del perdono 2018

“Il giusto fiorirà, come una palma, si alzerà come un cedro del Libano, piantato nella casa del Signore.” Sal.91(92)13-14

Carissimi, siamo eredi consapevoli del grande dono che Francesco chiede per l’umanità. Quella nostra umanità intrisa di egoismo, di mormorio, di formalismo, di gelosia e di solitudine. Francesco oggi ci dona la possibilità di riprendere con serietà la strada del Vangelo. Oggi diventa possibile ciò che al nostro cuore sembra ormai chiuso ed impossibile.

Lo stupore di Dio per la richiesta di Francesco diventa lo stupore dell’uomo per la via che si riapre all’orizzonte di una vera riconciliazione, che rompe il muro di relazioni consumate dal nostro sentirsi superiori e non essere i minori, che servono in nome e per conto del Signore. Entrare nel perdono è sentirsi fortemente avvolti dall’abbraccio soave, dolce e potente di Dio.

Ma questo abbraccio deve essere il preludio di una vera conversione verso la Parola di Dio, che purifica, ridona vita e rinforza la nostra esistenza nell’Ordine Francescano Secolare. Non lasciamo che questo perdono scenda come acqua fresca nell’impermeabilità del nostro cuore e proponiamoci di riprendere la nostra professione in mano chiedendoci cosa deve cambiare in noi affinché quelle parole diventino vita di Dio nella nostra vita.

Il perdono di Assisi ancora oggi potrà cambiare il volto del mondo se noi ci mettiamo in gioco e cambiamo secondo il Vangelo il volto del nostro mondo: la nostra esistenza, la nostra fraternità, la nostra chiesa e la nostra città. Così il perdono richiesto da Francesco al Signore risuona di speranza nel campo della nuova umanità.

l perdono è amore senza ma e senza se, è amare senza misura in nome del Signore. Facciamoci rinnovare da questo amore e ritorniamo alla Regola con lo spirito di umiltà, verità e carità. Buona festa del Perdono. Dio vi abbracci tutti con la forza della sua misericordia.

Il ministro regionale OFS Lazio

Roberto Luzi

  FESTA del perdono 2018